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Numero Sedici, Chiara Scarabelli

Il riscaldamento prima della gara, la maglia numero sedici raccolta dalla panchina ed indossata qualche minuto prima del saluto con le avversarie di Imola. Con quel piccolo rettangolo bianco che dice “capitano” ma che per Chiara Scarabelli ha rappresentato molto di più nella lunga parentesi del MioVolley.

L’ultima di campionato di serie B1 è stata anche e soprattutto l’ultima di Chiara. Qualcuno, tra le voci dei palazzetti, ricorda ancora del suo ritorno: Prima Divisione, Scarabelli si aggrega alla formazione MioVolley. Qualcuno chiede se giocherà ed alla risposta affermativa lo stupore si mescola all’incredulità: non capita tutti i giorni di trovare in un campo di provincia chi aveva indossato la maglia della nazionale giovanile azzurra.

Scara, così chiamata da tutti, spinge avanti il nastro a sabato 4 maggio 2024: quello della sfida con Garlasco, ultimo appuntamento casalingo dell’Everest. «Sabato sera è stato un tripudio di gioia e sorpresa insieme: è stata una gioia immensa vedere il palazzetto pieno e aver scoperto che gran parte delle persone erano venute non solo per la partita ma per festeggiare anche questo momento – racconta Scarabelli – Anche le parole di Gabriele (Cornalba, NdR) mi hanno fatto capire che in questa società ho lasciato qualcosa, al di là dei risultati, delle emozioni e dei derby vinti. Non mi aspettavo la maglia e gli altri regali: è stata una serata unica».

In dieci anni, centinaia partite e ancor più allenamenti i momenti da riporre in un cassetto sono innumerevoli: si potrebbe trovare un aneddoto per ogni sfida, spezzare in piccoli atomi ogni punto realizzato. «Ricordi? Ce ne sono tanti belli e altri meno belli. Già una stagione sportiva in sé racchiude tanti tipi di episodi, figurarsi dieci anni. Le promozioni sono belle tutte, forse ancora più in particolare quella in Serie C che mi ha dato possibilità di conoscere due grandissime giocatrici come Debora Allegretti con la quale ho avuto una parentesi agli italiani di beach volley e Camillinha. Un’altra promozione “strana” quella arrivata via Zoom in Serie B1 mentre l’anno scorso è stato incredibile: i due giorni della Coppa Italia rimarranno nel mio cuore per sempre: sono stati due giorni di emozioni legate non solo al campo ma anche al fuori».

La maglia numero sedici, quella della capitana, era lì al Pala Dozza di Bologna quando il tabellone aveva recitato 3-2 nella finale con Ripalta: le lacrime per una Coppa Italia che tornava in provincia di Piacenza dopo anni, l’abbraccio con le compagne di squadra solo una settimana dopo la promozione in serie B1 arrivata sul campo e non per una decisione d’ufficio in quella stagione spezzata dal covid. Forse già quel giorno Scara stava pensando al suo futuro, quando i riflettori erano ancora accesi e la festa doveva iniziare. O forse non ci stava pensando affatto. «Il futuro è quello di rimanere in ambito sportivo come psicologa: è quello per cui mi sono specializzata e mi specializzerò ulteriormente al servizio di settori giovanili e prime squadre per prevenzione ed interventi nel caso di criticità. Ho già qualche progetto ma preferisco non dire nulla fino all’ufficialità. Mi piacerebbe sicuramente anche proseguire come dirigente: penso di avere un occhio in più rispetto alle esigenze e ai bisogni che può avere un’atleta durante la stagione sportiva».

Le parole di Chiara lasciano trasparire un percorso ancora da tracciare ma una consapevolezza è netta. «Ho tanti desideri e tante idee: per dargli spazio avevo necessità di crearmi uno spazio. Proprio per questo l’idea di smettere di giocare l’ho presa molto serenamente».

Non possono mancare molteplici ringraziamenti dopo un cammino così lungo ed intenso. «Ci sono tantissime persone che voglio ringraziare: tutti i dirigenti passati e attuali in particolar modo Gabriele e Gigi (Pier Luigi, Presidente Polisportiva VII Castelli). Sicuramente gli allenatori che nel bene e nel male mi hanno lasciato qualcosa e viceversa, tutte le compagne di squadra che mi hanno permesso di scrivere la storia di questa società per dieci anni, la mia famiglia che mi ha sempre sostenuto anche in questa decisione che non è stata presa a cuor leggero. Tra le compagne un ricordo consistente va a Jovi (Jovana Nedeljkovic, NdR) che è stata con me tantissimi anni e con cui abbiamo stretto una bellissima amicizia e Wendy Cobbah. Infine un pensiero per Barbara Fagioli: mi aveva chiesto di allenare un gruppo di bambine e da lì è ripartito il mio amore per uno sport con il quale avevo avuto qualche litigio». E per fortuna che è arrivata quella proposta.

Con il numero sedici, Chiara Scarabelli.

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